venerdì 26 settembre 2014

Quando l' Ansia diventa un problema?


 


Dottor Andrea Battisodo

Psicologo clinico e di Comunita'
Esperto in Psicologia delle Dipendenze
Esperto in Psicologia dello Sport
Riceve su appuntamento in Via dei Platani n.28/3
Cell.3281020440 
Mail : a.battisodo@me.com



"Quando curi una persona puoi vincere o perdere, quando ti

prendi cura di una persona puoi solo vincere"

                                                                                                                                                    P. Adams

 

 

Quando l’ansia diventa un problema?

Molti ansiosi sono caratterizzati dalla ricerca della perfezione, inconsciamente nutrono la convinzione di poter essere accettati dagli altri solo se brillanti, vincenti, sempre all'altezza della situazione.

Tutti quanti, durante il corso della nostra vita, abbiamo avuto la possibilità di vivere uno stato d’ansia, e di aver tratto più o meno beneficio da questa esperienza, ma per capire la differenza tra l’ansia normale e patologica ,occorre chiarire di cosa si tratta.

L'ansia e' uno stato emotivo caratteristico dell’uomo ed è generata da un meccanismo psicologico di risposta allo stress. Questo, svolge la funzione di anticipare la percezione di un eventuale pericolo, prima ancora che quest'ultimo sia realmente sopraggiunto. L'ansia svolge pertanto una funzione protettiva nella nostra vita, e si attiva quando una situazione viene percepita soggettivamente come pericolosa. Cosi', si traduce in una tendenza immediata all’esplorazione dell’ambiente, nella ricerca di spiegazioni, rassicurazioni e vie di fuga. La reazione fisiologica del corpo di fronte ad un pericolo è quella di prepararsi all'azione; l'ansia funziona da sirena d'allarme.
I sintomi che ci indicano che siamo in presenza di uno stato d’ansia sono comprensibili sia da un punto di vista cognitivo che corporeo:

Sintomi cognitivi:
  • difficoltà di concentrazione
  • difficoltà' a rilassarsi
  • difficoltà ad addormentarsi o ad avere un sonno sereno
  • sensazione di nervosismo
  • tendenza all’irritabilità
  • tendenza ad un atteggiamento apprensivo
  • risposte esagerate di allarme
  • paura di morire
  • paura di perdere il controllo
  • paura di non riuscire ad affrontare le situazioni

Sintomi corporei:

  • sensazione di soffocamento
  • tachicardia
  • sudorazione o mani fredde e bagnate
  • bocca asciutta
  • nausea, diarrea o altri disturbi addominali
  • vampate di calore, o brividi
  • "nodo alla gola"
  • tremori
  • vertigini
  • tensioni muscolari
  • facile affaticabilità
  • agitazione motoria
  • incapacità a stare fermi

L’ansia, quindi, non è solo un limite o un disturbo, ma costituisce una importante risorsa, perché è una condizione fisiologica, efficace in molti momenti della vita per proteggerci dai rischi, mantenere lo stato di allerta e migliorare le prestazioni (ad es., sotto esame).

Quando l'attivazione dell’ansia è eccessiva, ingiustificata o sproporzionata rispetto alle reali situazioni, siamo di fronte ad un disturbo d'ansia, che può complicare notevolmente la vita di una persona e renderla incapace di affrontare anche le più comuni situazioni.

Esistono due condizioni in cui l'ansia diventa patologica:

  1. Quando la risposta ansiosa e' esagerata e disfunzionale rispetto agli stimoli che l'hanno indotta e l'individuo ne e' consapevole. Lo stato ansioso si manifesta in maniera costante, disturbando il paziente durante tutto l'arco della giornata con i sintomi già descritti, non è gestibile con il ragionamento nonostante la persona riconosca la natura esagerata della sua reazione.
  1. Quando lo stato ansioso compare in assenza di uno stimolo scatenante. Lo stato ansioso compare in modo acuto ed e' caratterizzato sensazione di soffocamento, sensazione di sbandamento, paura di morire o di perdere il controllo (attacco di panico). Questi fenomeni sono generalmente ricorrenti, di breve durata, e possono essere inattesi e condizionare la vita del’individuo per questa loro imprevedibilità.

Per chi vive in un costante stato di tensione, l'ansia è un grosso problema, ma dal punto di vista psicologico non è il problema, ma è il sintomo di un malessere più profondo che emerge indirettamente.

Infatti, quando l'ansia è presente in maniera forte, indica che la persona non è in armonia con se stessa, con i suoi bisogni e desideri.

In particolare, molte persone ansiose, soffrono per il divario fra quello che sono e quello che vorrebbero essere. Chi soffre di ansia cronica va contro se stesso e i propri sentimenti per cercare di adeguarsi ad un modello di perfezione autoimposto: le emozioni, i pensieri, gli atteggiamenti che non sono compatibili con tale immagine, vengono considerati inaccettabili e spesso non affrontati. Poiché nutrono delle aspettative irrealistiche e troppo elevate nei confronti di se stessi, si sentono costantemente inadeguati e non all'altezza.

Assumere la consapevolezza di trovarsi davanti a una situazione di ansia patologica è il primo passo per poterla affrontare. Poiché questo tipo di malessere incide sulla qualità delle proprie relazioni sociali, familiari e di coppia, può diventare invalidante a causa delle reazioni di evitamento e fuga che si mettono in atto. Chiedere e decidere di affrontare un percorso insieme ad un Professionista, per dare un senso alla propria ansia, è un atto di coraggio, che presuppone l’ammissione di un problema e ricerca di una nuova modalità vivere.

Come si cura l'ansia?
La regola per combattere l’ansia parte da un’unica affermazione, che l’ansia non va combattuta. Non dobbiamo combattere, dobbiamo cedere. Dobbiamo imparare a non pretendere niente da noi stessi, dobbiamo fare le cose per come le sappiamo fare, non per come dovrebbero essere fatte. L’idea di non migliorarci, ci può regalare uno stato di pace, non dobbiamo avere alcuna aspettativa ma essere semplicemente presenti nelle azioni che facciamo. Bisogna che impariamo a non guidarci e a non dirci sempre “sei andato bene” o “non sei andato bene”. Spesso nella vita di tutti i giorni, ci sforziamo di voler essere, agli occhi degli altri, un modello, un punto di riferimento, una persona sulla quale poter contare; cerchiamo sempre di fare la cosa giusta nel momento giusto, di accontentare tutte le richieste che ci vengono fatte dalle persone che amiamo. Ma quando tutto questo ci allontana dai nostri veri desideri, quando ci imponiamo di essere quel modello a tutti i costi, allora la nostra psiche si ribella a quell’Io troppo rigido, che non ci permette più di esprimerci come dovremo. Dobbiamo accogliere l’ansia come un consiglio che ci viene dato dal nostro corpo, che in qualche modo non vuole più sottostare a quella figura di perfezione che ogni giorno ci sforziamo di essere.

Imparare a divenire semplicemente noi stessi, con i nostri limiti e le nostre imperfezioni, ci darà quel senso di realtà, di pace interiore, di appartenenza alla vita. La qualità della vita cambia in modo radicale quando rinunciamo alla strenua difesa degli equilibri consolidati, sterili magari, ma rassicuranti. Di fatto, la maggior parte di noi, impiega notevoli energie nel mantenere la propria esistenza il più possibile conforme ai valori collettivi, in modo acritico e spersonalizzante. Fin da piccoli ci viene insegnato a dover essere “figli modello”, adeguandoci a comportamenti stereotipati, abbiamo dovuto imparare a soddisfare i bisogni degli altri, in primis quelli dei genitori.

Crescendo, spesso continuiamo ad adottare quelle maschere e voler soddisfare sempre e comunque le richieste delle persone a noi vicine. E’ il caso del ragazzo che decide di intraprendere quegli studi universitari per esaudire i sogni dei genitori che vorrebbero vederlo avvocato o ingegnere. Ma quale sarebbe stata la sua vera vocazione se non avesse seguito i consigli dei genitori? La sua creatività, i suoi desideri verranno repressi fin quando non sarà lui stesso a decidere della sua vita, senza più condizionamenti esterni. Un altro esempio lo possiamo trovare nelle persone che hanno deciso di fare della propria vita una missione, che ha come unico scopo, quello di far carriera e di trovare le proprie soddisfazioni nell’accumulare ricchezze. Lo status sociale nella nostra cultura è sicuramente un elemento molto importante, ma non dobbiamo permetterci di vivere solo per poter dimostrare di essere o di avere, dobbiamo dare il giusto peso soprattutto ai nostri bisogni interiori, arricchirci di quei valori che nella società poco contano, ma che per noi, sono linfa vitale. Abbandoniamo l’idea di dover apparire per poter essere, diamo più spazio ai nostri desideri, allontaniamoci dall’effimero, svestiamoci da quella maschera sociale che giorno dopo giorno diventa sempre più pesanti da indossare.

Lo sforzo che ognuno di noi dovrebbe compiere, consiste nel non arretrare dinanzi alla possibilità di vivere nuove esperienze. Sono molte infatti le persone convinte che coltivare un solo grande interesse e diventare dei super professionisti in quel campo, sia una delle più grandi possibilità per realizzarsi nella vita. In realtà non è così. Concentrare tutto il proprio impegno e le proprie energie, potrà si farci raggiungere una meta specifica, magari anche prestigiosa e degna di rilievo, ma questo traguardo pregiudica e ostacola la possibilità di crescere. Maggiore sarà la nostra specializzazione in un campo, minore sarà il grado di conoscenza della realtà che riusciremo a raggiungere. Impegnarsi in un’unica direzione e sfruttare solo una minima parte delle risorse di cui siamo dotati, significa compiere un grave errore e condannarci senza volerlo a una drastica limitazione conoscitiva.

L'ansia e i farmaci
I farmaci hanno conquistato sempre più mercato. Solitamente gli ansiolitici sono il primo presidio che viene adottato dal medico di base. Spesso però, dopo una prima prescrizione, il paziente tende ad autogestire la terapia modificando i dosaggi, e questo è da evitare, perché gli ansiolitici, se non usati correttamente, possono causare dipendenza, disturbi della concentrazione, dell’attenzione e della memoria. Il farmaco non è l’unico rimedio contro l’ansia. Le strategie non farmacologiche, come le tecniche di counselling o gli interventi psicoterapici di sostegno rappresentano una risposta terapeutica di grande efficacia.